La trietanolammina (detta anche triethanolamine, TEA) è un tensioattivo ed emulsionante molto utilizzato non solo in cosmetici e detersivi, ma anche in svariati preparati per uso industriale. È rapidamente biodegradabile, quindi dal punto di vista ecologico, strettamente legato allo smaltimento delle acque che contengano questa sostanza (lo shampoo risciacquato, etc.) non crea problemi.
Le riserve sul suo utilizzo nascono quando si valutano i dati tossicologici. Il NIH americano (l’equivalente del nostro Istituto Superiore di Sanità) lo classifica fra i sensibilizzanti per la pelle e per le mucose del tratto respiratorio (asma). Ciò che più interessa è tuttavia la tendenza mutagena per l’Uomo e la cancerogenicità per alcuni mammiferi: i test in vitro hanno evidenziato la sua capacità di danneggiare il DNA dei linfociti umani già al valore preoccupante di 14,9 mg/L.
La cancerogenicità per i topi (sistema linfatico, fegato) non è una prova che la sostanza sia cancerogena anche per l’Uomo, ma certamente pone dei dubbi sul fatto che lo possa essere. Lo IARC nel 2000 aveva promosso la trietanolammina ritenendola “Carc3 Non classificabile come cancerogeno per l’Uomo” sulla base dell’assenza di prove adeguate di cancerogenicità sia per l’Uomo sia per gli animali. Sono tuttavia del 2004 le analisi che provano la cancerogenesi nel fegato dei topi, quindi a mio parere gli approfondimenti su questa sostanza sono solo all’inizio.