L’acqua ossigenata utilizzata per il bucato, pura o sprigionata da percarbonato o (quando era in uso) da perborato, ha un antagonista invisibile, nascosto proprio nei nostri indumenti: la catalasi.
La catalasi è un enzima “buono” (non allergizzante, come sono invece quelli che si usano in molti detersivi…). Si trova in vari materiali biologici, fra cui la nostra pelle, il fegato e altri organi; ha il preciso scopo di contrastare l’attacco da parte dei radicali liberi.
Il fatto che sia presente sulla pelle ha come conseguenza che se ne trova una certa quantità anche sui vestiti, tramite le cellule morte di desquamazione che si depositano su di essi.
Tale quantità è talmente grande che , per un bucato medio, si ha una perdita di efficacia dell’acqua ossigenata pari al 50-60% rispetto all’efficacia che si avrebbe se la catalasi non ci fosse.
Nei testi tecnici che insegnano a creare formulazioni di detersivi, si può quindi trovare l’indicazione a inserire nei formulati degli inibitori di catalasi, affinché il detersivo o l’additivo in questione abbia un’efficacia maggiore, poniamo, di quello della concorrenza.
Faccio notare la grande contraddizione insita nel gesto di inserire un inibitore di catalasi in un prodotto per lavare, il quale dovrebbe portare igiene e benessere in casa,…
e invece sembra fatto apposta per inibire le difese naturali dell’organismo! Perché il problema è sempre lo stesso: è risaputo fra i formulatori che i detersivi per bucato non vengano mai sciacquati completamente, per questioni legate al tipo di sostanze contenute e a ragioni di natura elettrostatica. Quindi, quando una persona indossa un indumento lavato con un prodotto contenente un inibitore di catalasi, avrà grosse probabilità di depositare sulla propria pelle tale sostanza, non sciacquata completamente dal vestito. Compiere questo gesto tutti giorni contribuisce ad abbassare le difese immunitarie e, da parte dei produttori, costituisce un modo subdolo e maldestro di minare la salute delle persone pur di ottenere maggiori rendite economiche dalla vendita dei propri prodotti.
Aggiungo che fra gli inibitori di catalasi c’è una molecola chimicamente semplice e di basso costo, l’idrossilammina, che non deve neppure essere nominata in etichetta; fra le altre molecole con questa funzione il 3-ammino-1,2,4-triazolo.
Con buona pace di chi acquista costosi prodotti cosmetici che aiutano a contrastare i radicali liberi, ma indossa indumenti lavati con prodotti convenzionali e contenenti inibitori di catalasi…
Bibliografia specifica:
- L. Ho Tan Tai – “Formulating detergents and personal care products” – AOCS Press (2000).