Alcuni detersivi di uso comune per lavatrice e lavastoviglie contengono composti del boro, sali minerali per lungo tempo considerati innocui; negli ultimi anni sono stati oggetto di indagine e questa ha portato a conclusioni inquietanti: buona parte dei composti del boro abitualmente usati in detergenza sono ora classificati come tossici per la riproduzione. In particolare, l’acido borico, il borace (tetraborato di sodio decaidrato) e il sodio perborato devono riportare in etichetta la classificazione Repr 1B e la frase di rischio “Può nuocere alla fertilità. Può nuocere al feto” [1]. In più, i prodotti che contengono queste sostanze devono riportare l’avvertenza “Non utilizzare per i bambini al di sotto dei 3 anni d’età”.
Sono stati fissati dalla Commissione Europea dei limiti di concentrazione considerati “di sicurezza” che dovrebbero renderne sicuro l’utilizzo. Ulteriori valutazioni e prove sui mammiferi [2] hanno dato risultati preoccupanti: atrofia testicolare e degenerazione dei tubi seminiferi, a concentrazioni di circa 60 mg B/Kg bw/day (cioè relativamente basse, vale a dire che ne basta poco per dare effetti avversi). Il NOAEL (ossia la concentrazione a cui gli effetti avversi non si sono presentati) è stato fissato a 17.5 mg B/kg bw/day, però è anche vero che si tratta di sostanze che rimangono nell’ambiente, in quanto non sono biodegradabili, e possono anche rimanere in piccole quantità sulla biancheria, in quanto i detersivi non vengono mai perfettamente sciacquati dai tessuti (per ragioni elettrostatiche e di porosità degli stessi).
Non ci sono solo questi dati: fra gli altri, ci sono pure le malformazioni ossee e cardiovascolari fetali a concentrazioni ancora più basse di quelle che danno tossicità ai genitori (13.3 mg B/kg bw/day per le ossa), il che abbassa la NOAEL a 9.6 mg B/kg bw/day.
Per chi volesse obiettare che la tossicità sui ratti non è necessariamente rappresentativa della tossicità sull’Uomo, l’SCCS specifica che i dati di tossicocinetica disponibili per questo studio non sono indicativi di particolari differenze fra gli animali da laboratorio e gli esseri umani; non essendoci neppure significative differenze tossicodinamiche, si assume che i dati letti sugli animali siano rilevanti anche per l’Uomo.
Il metaborato di sodio, tuttora utilizzato in comuni detersivi per bucato, costituisce un’eccezione che, a mio avviso, andrebbe però sottoposta ad approfondimenti ulteriori. Si tratta infatti di una molecola “di transizione” fra diversi stati di idratazione della molecola di acido borico. Fra i diversi stati, si possono annoverare 4 molecole, fra cui il metaborato; di esse, tutte sono classificate Repr 1B tranne il metaborato. Secondo il mio parere, andrebbero approfondite le caratteristiche tossicologiche anche di quest’ultima molecola.
Molte fra le sostanze utilizzate in detergenza presentano dati di tossicità per la riproduzione; i composti del boro sono fra le sostanze la cui tossicità riproduttiva è definitivamente confermata, grazie a controlli più specifici svolti dalle autorità preposte. Ciò non significa tuttavia che ne sia prevista l’abolizione, bensì solo un relativo contenimento delle concentrazioni. La scelta di esporvisi il meno possibile viene affidata al singolo utente…
Bibliografia: [1] Reg (CE) N. 1272/2008 (GU L 353 del 31.12.2008); [2] Scientific Committee on Consumer Safety (SCCS), OPINION ON Boron compounds, SCCS/1249/09 Revision of 28 September 2010; Toxnet Database.