Sul “Finish Quantum con Power Gel”

finish_quantum_tabsUn prodotto non ecologico molto pubblicizzato in questi giorni è il “Finish Quantum con Power Gel” di Reckitt Benckiser. Come succede per tutti i detersivi per lavastoviglie, la valutazione di efficacia è molto soggettiva in quanto ogni macchina ha il proprio modo di lavare, così come ogni utente ha il proprio peculiare modo di utilizzarla (per esempio c’è chi pulisce accuratamente le stoviglie prima di metterle nella macchina; altre persone hanno poco tempo e non tolgono neppure lo sporco grossolano). Anche questo prodotto non fa eccezione: da taluni è valutato efficace, da altri meno.

Mi sono incuriosita verso il prodotto a causa degli accattivanti spot pubblicitari, che mi hanno fatto riflettere su vari aspetti: si punta sulla simpatia dell’attore (Abatantuono), sulla freschezza della scena, sul sorriso della signora, sugli spruzzi d’acqua cristallina, etc. Ovviamente nessun riferimento all’ecologia o alla bassa tossicità, argomenti non toccati.

Allora sono andata a vedere gli ingredienti:

AQUA, SORBITOL, PENTASODIUM PHOSPHATE, PENTAPOTASSIUM TRIPHOSPHATE, POLYCARBOXYLATE, POLYACRYLIC ACID, POLYVINYLALCOHOL, SODIUM SULFATE, SODIUM CARBONATE, Fatty Alcohol Alkoxylate, Fatty Alcohol Alkoxylate, PARFUM, ZINC SULFATE, PROTEASE, SUCROSE, ORYZA SATIVA STARCH, TETRASODIUM ETIDRONATE, Acrylic based polymer, SODIUM HYDROXIDE, SODIUM SILICOALUMINATE, SODIUM POLYACRYLATE, DODECYLBENZENE SULFONIC ACID, DIMETHICONE, LIMONENE, CITRAL, LINALOOL, AMYLASE, TITANIUM DIOXIDE, Colorant, BENZISOTHIAZOLINONE.

Si va dalle sostanze lentamente o non biodegradabili (policarbossilati, acido poliacrilico, alcool polivinilico [usato per fare le capsule], sodio etidronato [un fosfonato], polimero a base acrilica, sodio poliacrilato, dimeticone [un tipo di silicone], benzisotiazolinone [un conservante]), a sostanze altamente tossiche per gli organismi acquatici (i fosfati), a sostanze dotate di spiccata tossicità genetica (acido dodecilbenzen solfonico, la sospetta proteasi) e tossicità per il ciclo riproduttivo (acido dodecilbenzen solfonico, fosfonati), a forti allergeni (proteasi, limonene, citrale, linalool, amilasi), a sostanze sospettate di essere interferenti endocrini (linalool). Si veda la tabella con la Stima Sostanze alla voce La Detergenza; si vedano anche i vari argomenti sviluppati alla voce Salute.

Un’altra curiosità: sul sito Reckitt Benckiser ho contato 56 diversi detersivi per lavastoviglie a marchio Finish, molti dei quali non più in produzione. Come per tutte le aziende grandi e piccole, la loro Ricerca & Sviluppo certamente è continuamente in cerca della formulazione ideale, che però sembra difficile da trovare… Basta vedere la frequenza con cui si susseguono gli spot televisivi con i nuovi prodotti!

Materassi in lattice e allergie

materasso_latticeMi è stato chiesto un parere sui materassi in lattice e sulla possibilità che possano creare problemi di allergia.

Ciò che posso desumere dalle fonti che ho selezionato come attendibili (quasi tutte su Pubmed) è:

il lattice È allergizzante, riconosciuto tale ormai da alcuni anni;
– contiene 13 allergeni;
– gli effetti dipendono sia dalle proteine contenute nel lattice, sia da sostanze aggiunte durante la lavorazione;
– nel caso dei guanti, la polvere amidacea di cui sono rivestiti internamente fa da carrier per tali proteine, aumentando l’esposizione delle vie respiratorie e delle mucose alle proteine responsabili dell’allergia;
– i soggetti predisposti presentano generalmente i seguenti fattori di rischio:
    * una storia clinica di dermatite atopica e asma;
    * vari interventi chirurgici (con esposizione a oggetti medicali contenenti lattice, fra cui i guanti di medici e infermieri che hanno assistito agli interventi);
    * una preesistente dermatite alle mani (parlando di allergia ai guanti in lattice);
    * sintomi correlati al lavoro;
    * test dermatologici positivi inerenti comuni allergeni per via inalatoria e alimentare (in particolare banana, kiwi, avocado).
– i malati di spina bifida spesso sono allergici al lattice;
gli anticorpi rilevabili nelle persone che hanno maturato l’allergia al lattice permangono nell’organismo per tempi superiori ai 5 anni dopo l’ultima esposizione al lattice; è quindi consigliato evitare perpetuamente ulteriori esposizioni.
– un articolo del 1999 riporta test specifici sui materassi in lattice e ne sconsiglia l’utilizzo da parte dei soggetti allergici;
– uno studio italiano del 2006 riporta la percentuale media di lattice dei materassi (74%) e conclude che i materassi e vari altri articoli contenenti lattice dovrebbero essere sistematicamente etichettati con l’avvertenza “questo articolo potrebbe causare reazioni allergiche nei soggetti sensibilizzati”;

– dal 1998 l’FDA ha tolto la possibilità di scrivere “ipoallergenico” sugli articoli che contengono lattice, viste le numerose segnalazioni ricevute.

Queste osservazioni sono utili specialmente nei soggetti a rischio; la maggior parte dei cittadini non avrà mai problemi di questa natura. È però prudente, secondo me, non esporre in modo continuativo i bambini (il cui sistema immunitario è immaturo) e i soggetti defedati a questo materiale.

Sulle nanoparticelle

seven_dwarfsL’universita’ di California – Los Angeles pubblica la spiegazione divulgativa di uno studio sulle nanoparticelle di biossido di titanio. La si puo’ trovare tradotta sul blog scientifico Scienza “commestibile”.

Esistono anche altri studi validati interessanti: per esempio, ricercatori dell’Universita’ di Seoul hanno pubblicato su Pubmed nel 2008 dati sulla genotossicita’ di tali particelle sui linfociti.

Linfociti trattati con nanoparticelle di TiO2 hanno mostrato un significativo aumento della formazione di micronuclei (che esprimono una genotossicita’ allo stadio avanzato, non contrastata dalle difese dell’organismo) e rottura del DNA, con anche formazione di sostanze ossidanti (ROS), responsabili di danni ossidativi alle cellule stesse.

Lo studio californiano evidenzia come la tossicita’ sia dovuta probabilmente a un’azione di tipo chimico-fisico, non riconducibile alla natura chimica delle particelle (il biossido di titanio e’ un inerte), bensi’ alle dimensioni delle stesse, qualunque sia la sostanza che le compone.

Lo stesso studio spiega che le nanoparticelle “non passano attraverso la pelle”. Su questo mi permetto di esprimere dei dubbi: la pelle e’ costituita di cellule tanto quanto le parti interne del corpo, quindi riteniamo che possa essere anch’essa permeabile. La misura della permeabilita’ sara’ probabilmente inferiore a quella presentata dalle mucose del tratto respiratorio e digerente; tuttavia non sara’ nulla.

Usare Linux al posto di Windows® in azienda (e fuori)…

TuxOrmai da  molti anni (più o meno dal 1998) sono utente Linux.

Sono partita con Mandrake, per poi passare a Ubuntu nelle sue varie versioni (Gnome, KDE, Xubuntu) e nei suoi vari aggiornamenti, sia a casa sia in azienda. Ho acquistato una licenza Windows® XP solo per un pc aziendale, specificamente dedicato a una stampante industriale.

Un utente linux, generalmente, non è un utente “normale”: deve diventare – volente o nolente! – anche un po’ programmatore, tramite la consultazione dei numerosi forum e tutorial presenti sul web. Si perde un po’ di tempo, è vero, ma può essere anche divertente e certamente è istruttivo: si è costretti a ragionare! Molto più che con le parole crociate…

Sono certa di parlare a nome di molti “compagni di avventura” linux-users, dicendo che a volte è anche spossante, faticoso: capita di non riuscire a risolvere alcune problematiche, specialmente riguardanti l’hardware!

Nonostante questi “incidenti di percorso”, ecco le ragioni che mi portano sempre e comunque a scegliere linux:

  • è facile da usare

(a parte l’installazione di alcuni hardware)

  • il sistema operativo e i softwares, che sono tanti e ben fatti, sono per la maggior parte gratuiti (free)

oltre a essere teoricamente modificabili senza dover chiedere il permesso a nessuno (open-source)

  • non servono antivirus

perché, fra le varie ragioni, linux è relativamente poco diffuso e i creatori di virus e troyan non lo trovano interessante per i loro scopi

  • gli utenti-linux che mantengono vivi i forum sono generalmente pazienti e generosi:

quando non si riesce proprio a risolvere un problema da soli, si può chiedere e ricevere consiglio (sono riuscita perfino a darne io stessa!), sentendosi davvero parte di una comunità.

Ho parlato del cromo esavalente…

Conferenza a Concesio

Conferenza_CrVILa sera del 6 dicembre 2013 ho partecipato come relatrice a una conferenza organizzata dal gruppo Amici di Beppe Grillo di Gardone Val Trompia, in merito alle acque potabili contenenti Cromo esavalente a Brescia e paesi limitrofi. Un membro del Gruppo mi aveva ascoltato durante una conferenza in cui spiegavo i criteri che uso nel mio lavoro e approfondivo alcuni temi di tossicologia; il mio approccio agli argomenti è stato ritenuto idoneo e mi è stato chiesto se potevo dare un contributo alla divulgazione delle problematiche inerenti il cromo VI. Ho accettato e così… eccomi qua!

Ecco a vostra disposizione la presentazione che ha accompagnato la spiegazione: scarica qui (.pdf, 584 Kb) Vi sono riportati anche alcui riferimenti bibliografici.

Sulla pagina Facebook di Bensos ho messo altre foto.

I pannolini lavabili sono davvero ecologici?

PannoliniCon la mia ultimogenita ho utilizzato pannolini lavabili fino a circa 1 anno di età. Avevamo accuratamente scelto la tipologia (All in 2), il materiale (cotone bio) e la marca (tedesca, molto conosciuta), con comodi bottoncini e praticità di utilizzo.

Nei primi mesi mi sono trovata bene: la bimba ha avuto poche irritazioni e l’ingombro non le ha impedito di cominciare a camminare presto (prima dell’anno di età).

Intorno all’anno abbiamo sospeso, per ragioni di tempo e di fatica: lavare e far asciugare i pannolini non è una cosa da poco, specialmente quando si lavora tutti e due…

 

Credo che dipenda molto dal fatto che la bimba, con l’introduzione dei pasti di tipo normale, senza più il latte materno, abbia fisiologicamente cambiato la consistenza delle feci, la cui asportazione precedente il lavaggio a macchina risulta ora molto più impegnativa.

Il vero problema però è un altro: ci siamo chiesti se i pannolini lavabili sono davvero ecologici! L’acqua calda che si consuma è veramente parecchia!

Forse potrebbero essere più sostenibili dei pannolini usa e getta compostabili.

Sul bisfenolo A

ScontriniIl bisfenolo A (BPA, C.A.S. nr. 80-05-7) e’ una sostanza di base nella produzione di plastiche utilizzate per la conservazione di alimenti, in particolare il policarbonato, ma anche alcune plastiche “sostitutive” ; e’ presente anche in molte paste per otturazioni dentarie e nella carta termica (scontrini, vecchi fax).

Il policarbonato è una plastica trasparente molto rigida, contrassegnata sul fondo dei contenitori dal numero 7 all’interno del simbolo con le freccette; è stato molto utilizzato per la produzione di biberon, attualmente è presente in cucina sottoforma di contenitori per alimenti.

Il bisfenolo A è sotto accusa per essere un interferente endocrino.
Dalle banche dati (RTECS e altre) vediamo che presenta inoltre tutta una serie di caratteristiche interessanti:

  • e’ bioaccumulabile nei tessuti adiposi (Log Kow = 3,32) e, come tale, trasmissibile al lattante attraverso il latte materno;
  • e’ un notevole genotossico;
  • e’ un notevole teratogeno (tossico per il feto in formazione).

Genotossicita’: fra i numerosi dati, spicca la formazione di micronuclei in linfociti umani a 12,3 mg/L/22h. Cio’ significa che siamo di fronte a una sostanza molto aggressiva verso il DNA delle cellule umane esaminate (linfociti), tanto che il sistema immunitario non e’ in grado di contrastare la formazione dei micronuclei (indicativi della forza di questo mutageno, unitamente alla bassa concentrazione gia’ sufficiente per rilevarne la tossicita’).

Teratogenicita’: fra i numerosi dati spiccano le anomalie neurologiche in feti di mammiferi (ratti) a 20 ug/Kg. Si tratta di una concentrazione attiva particolarmente bassa, ossia e’ sufficiente pochissima sostanza per manifestare l’azione tossica; pertanto, se si dovesse verificare che l’essere umano e’ in questo caso, come in numerosi casi, affine al ratto per risposta all’azione tossica, il dato sarebbe particolarmente preoccupante.

Per quanto riguarda l’interferenza con il sistema endocrino, troviamo dati sui ratti con concentrazioni molto preoccupanti (100 ug/Kg subcutaneo in topo; 5,9 mg/Kg subcutaneo in ratto; etc.).

L’Istituto Superiore di Sanita’ ha pubblicato approfondimenti a cura di Alberto Mantovani e Francesca Baldi – Reparto di Tossicologia Alimentare e Veterinaria – ISS, con alcune spiegazioni e indicazioni utili sui modi per diminuire l’esposizione a questa sostanza tossica. Eccone un estratto:

  • Non usare contenitori alimentari in policarbonato nel microonde. Il policarbonato è forte e durevole, ma con l’usura causata dal tempo e dalle temperature elevate potrebbe rilasciare BPA.
  • Ridurre l’uso di cibi in scatola, in particolare per i cibi caldi o liquidi. Optare, invece, per vetro, porcellana o contenitori di acciaio inox senza rivestimenti interni in plastica.
  • Se si vive in un paese extra-UE, scegliere biberon privi di BPA (in Europa, i biberon sono esenti da BPA già da anni).
  • Quando si usa una bottiglia di acqua in plastica, non ri-utilizzare più volte.
  • Adottare una accurata igiene orale in modo da ridurre la necessità di cure dentali.
  • Indossare i guanti se si maneggiano molti scontrini in carta termica.